Thc e cbd cosa sono? Sono la stessa cosa oppure no? Vediamo in questa guida di fare un po’ di chiarezza su questi due acronimi legati alla cannabis.
Oggi anche in Italia è possibile commercializzare e acquistare prodotti a base di canapa. Il dibattito pubblico infatti nel nostro Paese sta girando da diverso tempo sui presunti effetti collaterali che queste sostanze provocherebbe sull’organismo. La maggior parte delle inesattezze che vengono messe in circolazione sull’argomento proviene dai detrattori della canapa e derivano principalmente dalla mancanza di conoscenza della materia. Se non da un vero e proprio pregiudizio nei confronti della cannabis.
In questo articolo proviamo dunque a fare un po’ di chiarezza su un tema entrato nel dibattito dell’opinione pubblica italiana, fornendo indicazioni precise a tutte le persone interessate a informarsi per non parlare a sproposito.
Indice dei contenuti
thc e cbd: Questione di chimica e differenze
Per affrontare il tema è necessario sapere alcune cose. La prima tra queste è conoscere che cosa sono il Cbd e il Thc e quali sono le loro differenze. Entrambe sono cannabinoidi e rappresentano i due principali elementi della cannabis.
Mentre il Cbd si lega al nostro organismo tramite i recettori CB2 presenti nelle cellule T del sistema immunitario, il Thc si lega ai recettori CB1. Cosa significa questo all’atto pratico? E’ molto semplice. Il Cbd non ha alcun effetto psicotropo sul nostro organismo, non provoca quindi alcuno stato di alterazione fisica o mentale, cosa che invece viene stimolata dal Thc.
La principale differenza da sottolineare tra Cbd e Thc è dunque l’effetto psicotropo che hanno sull’organismo. Nullo nel caso del primo elemento, presente nel caso del secondo.
Quali sono i limiti di legge?
Grazie alla legge 242/2016 promulgata nel 2016 ed entrata in vigore nel gennaio del 2017, in Italia è possibile commercializzare semente, infiorescenze e derivati della cannabis tramite gli appositi punti vendita e tramite gli e-commerce di riferimento. Ovviamente questi prodotti devono rispettare alcuni parametri stabiliti dalle autorità, principalmente relative alla quantità di Thc presente al loro interno.
La legge stabilisce quindi che un prodotto derivato dalla canapa può essere commercializzato se al suo interno contiene una quantità di Thc compresa tra lo 0,2% e lo 0,6%. Qualsiasi prodotto presenti percentuali più elevate rispetto a quelle stabilite dalla legislazione, è perseguibile a norma di legge e vedrà ogni suo prodotto in suo possesso sequestrato, oltre a dover risponderne in tribunale di fronte alle autorità competenti. Non c’è invece limite al Cbd, che non causando alcun effetto psicotropo non rappresenta un pericolo per la salute e la percezione della realtà.
thc e cbd della Canapa: tutto arrosto e niente fumo
Un forte pregiudizio nei confronti della canapa deriva dal fatto che molti pensano che l’unico utilizzo che questa preziosa pianta abbia sia quello dello ”sballo”. Provocato fumando spinelli contenenti erba, che sia essa legale o meno. Oltre all’errore di pensare che la canapa legale abbia lo stesso effetto psicotropo di quella illegale. Ripetiamo ancora una volta che non è così, in molti non conoscono gli infiniti utilizzi che ha la cannabis.
La canapa viene infatti coltivata da tempo immemore e trova una quantità di utilizzi infinita. Dalla produzione di carta a quella di tessuti per abbigliamento, oltre a fornire un prezioso alleato nel campo edilizio, della cosmetica e dei farmaci.
La cannabis infatti aiuta a combattere i disturbi del sonno, quelli dell’apparato cardio-circolatorio, gastro-esofageo e infiammatori, oltre a rappresentare un alleato più che valido nel contrasto a disturbi della psiche come depressione, ansia, stress e schizofrenia.
Gli altri usi della Canapa
Ma se sembra essere è ormai noto il multiverso di benefici della cannabis per l’organismo, nella prevenzione e nella cura di diversi disturbi, in pochi sanno che la canapa fornisce una carta di ottima qualità. Quest’ultima richiede molti meno ettari di coltivazione e molti meno passaggi chimici per essere raffinata, risultando decisamente meno inquinante rispetto alla produzione di carta che siamo abituati a consumare.
Stesso discorso può essere applicato al campo dei tessuti. A parità di terreno coltivato, la canapa consuma molte meno risorse rispetto al cotone (che da solo richiede circa un 25% di pesticidi e altre sostanze chimiche, oltre a elevate quantità di acqua). Decisamente migliore è anche la resa del tessuto ottenuto. Un abito in fibra di canapa è molto più resistente agli strappi e all’usura rispetto ad un suo omologo realizzato in cotone.
Canapa e derivati
C’è un altro errore molto comune commesso da chi non conosce questo mondo. Pensare che l’unico modo per assumere le sostanze nutritive contenute nella canapa sia l’inalazione. La cannabis è invece molto utilizzata in campo alimentare, al punto che sempre più dietologi e nutrizionisti la indicano come valido alleato a tavola. Un derivato molto conosciuto della canapa è l’olio, dal tipo colore giallognolo-verdastro, ricco di Omega 3, Omega 6, vitamine e amminoacidi.
Consumato con regolarità e moderazione (nell’ordine di 1-3 cucchiaini da distribuire nel corso dei pasti della giornata), l’olio di canapa aiuta a far calare i livelli di colesterolo cattivo e trigliceridi. Volete sapere la quantità di Thc presente nell’olio di cannabis? Un elemento su un milione, rendendo praticamente impossibile l’effetto psicotropo del Thc sull’organismo. Per rendere più chiare le cose, bisognerebbe ingerire tra i quattro e i cinque litri di olio di cannabis per avere effetti di alterazione derivati dal Thc. Decisamente troppi, o no?
Ma l’olio di canapa è soltanto uno dei derivati di questa preziosa pianta che può essere impiegato in campo alimentare. Basta visitare qualsiasi catalogo di Hemp Shop disponibile in circolazione su internet per rendersi conto che siamo di fronte ad un settore in continua e costante espansione. In commercio si trovano infatti anche tisane, infusi, té e bevande energetiche derivate dalla cannabis, oltre a birre e altri alimenti. Sempre maggiore diffusione stanno trovando ad esempio le farine alimentari derivate dai semi di canapa, con le quali è possibile realizzare dolci di ogni tipo e una vasta gamma di prodotti da forno.
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