Negli ultimi anni, più o meno a partire dal gennaio del 2017, anche in Italia abbiamo cominciato a conoscere i negozi di marijuana legale. Cos’è nello specifico?
Purtroppo la confusione derivata da questa novità ha scatenato un forte dibattito pubblico, al punto che qualcuno ha parlato di Stato spacciatore e di legalizzazione di un prodotto potenzialmente dannoso per migliaia di persone. La verità è molto lontana da queste insinuazioni, e in questo articolo entriamo nel dettaglio provando a spiegare che cosa sia la marijuana legale.
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Marijuana legale: Cbd e Thc
Prima di entrare nello specifico e sottolineare la differenza tra marijuana legale e illegale, è necessario conoscere due dei principali elementi contenuti in una pianta di canapa. Si tratta del Cbd e del Thc. Qual è la differenza tra le due sostanze? Molto semplice, entrambe sono sostanze cannabinoidi che si legano al nostro organismo una volta che vengono immessi nel nostro organismo.
La differenza sta nel fatto che mentre il Cbd ha effetti rilassanti e distensivi senza alterare la percezione psichica di chi la assume, il Thc è a tutti gli effetti una sostanza psicotropa. Quest’ultima dunque incide sulla percezione della realtà di chi ne fa consumo. In breve, il Thc ha effetto ‘drogante’, il Cbd invece non suscita gli effetti di una droga.
Perché parliamo di marijuana legale?
In Italia la commercializzazione e il consumo di marijuana light e prodotti da essa derivati è stato consentito tramite la legge alla Legge 241/2016. Questa legge stabilisce in maniera definita la percentuale di Thc presente nei prodotti derivati dalla lavorazione della cannabis. Per poter essere messo in commercio in maniera legale, un prodotto a base cannabis, sia esso un’infiorescenza o una tisana, deve avere una percentuale di Thc compresa tra lo 0,2% e lo 0,6%.
Ogni superamento, per quanto minimo, di questa soglia, rende automaticamente il prodotto a base di cannabis illegale. Questo può avere delle ripercussioni legali sul possessore: qualora una persona fosse trovata in possesso di una sostanza con Thc superiore allo 0,6% si vedrebbe immediatamente sequestrata la merce. Inoltre sarebbe perseguibile in sede legale, dato che verrebbe aperto un procedimento a suo carico.
Le proprietà del Cbd
La marijuana legale – o light che dir si voglia – presenta tutta una serie di proprietà benefiche contenute nel Cbd, che ora andremo velocemente a illustrare.
Quasi tutti ormai conoscono gli effetti positivi del Cbd per calmare ansia e stress. Questo è dovuto al fatto che il Cbd si lega all’organismo andando a lenire quei recettori che se troppo stimolati provocano un senso di malessere nella persona. Il Cbd ha poi proprietà benefiche per tutti quelli che soffrono di disturbi della sfera gastro-intestinale e gastro-esofagea.
Diversi studi scientifici dimostrano come il Cbd, se assunto regolarmente, stimoli l’appetito facendo così superare il senso di inappetenza. La marijuana legale rappresenta anche un ottimo alleato contro i sintomi di nausea che possono affliggerci per diverse ragioni.
Cannabinoidi e malattie tumorali
Nonostante la disinformazione di molti in materia, la comunità scientifica ha riconosciuto da tempo gli effetti positivi che l’assunzione di cannabinoidi suscita nei pazienti oncologici.
Sono sempre di più i medici che prescrivono farmaci a base di cannabis ai propri pazienti colpiti da cancro, dato che il Cbd stimola l’appetito in pazienti spesso inappetenti. La marijuana legale contrasta efficacemente i mal di testa feroci e tutti quei sintomi di malessere che possono colpire un paziente oncologico sottoposto a cicli di chemioterapia.
Il Cbd ha potente azione antinfiammatoria per questo motivo è usato anche per contrastare l’insorgenza di affezioni della cute come acne, eczemi e psoriasi. Le qualità idratanti contenute nell’acido grasso che compone il Cbd contribuisce a rendere morbida la pelle e a mantenerla elastica, avendo anche un potente effetto anti-età. Questo spiega perché i prodotti derivanti dalla cannabis sono anche molto utilizzati nella realizzazione di prodotti cosmetici e per l’igiene personale.
Altri miti da sfatare
Il Cbd ha effetti positivi anche sulla vista. Sono molti i pazienti affetti da forme più o meno aggressive di glaucoma a venire sottoposti a cure con farmaci contenenti il principio attivo della cannabis. Quest’ultimo è infatti in grado di incidere in maniera positiva sul funzionamento della vista.
Un’altra leggenda metropolitana che dobbiamo smentire sulla cannabis è la sua potenziale pericolosità per l’apparato polmonare. Gli effetti lenitivi e antinfiammatori della cannabis legale hanno invece effetti benefici per le vie respiratorie, dato che rappresentano un prezioso alleato contro laringiti, faringiti, asma e altre affezioni dell’apparato respiratorio.
Sono tantissimi gli effetti positivi sul nostro organismo portati dalla Cbd, e servirebbero tantissime pubblicazioni per descriverle tutte. Possiamo chiudere questo breve elenco di benefici parlando di quelli legati alla salute dell’apparato muscolo-scheletrico. L’assunzione di Cbd ha infatti effetti lenitivi sulle infiammazioni muscolo-tendinee e sui traumi ossei.
Ma allora da che cosa deriva il pregiudizio?
Purtroppo nel nostro Paese, ma un po’ in tutto il mondo, il pregiudizio relativo alla cannabis è prevalentemente legato all’idea dello sballo. Ancora oggi, nonostante siano alcuni anni che il tabù è stato sfatato, molte persone storcono il naso di fronte alla parola marijuana legale. Questo perché è tutt’ora vigente l’idea che la cannabis sia una sostanza drogante.
L’errore che la maggior parte delle persone commette è quello di pensare che la cannabis sia una droga alla pari di cocaina o eroina. Con la non trascurabile differenza che queste ultime due sono realmente più dannose per il nostro organismo (e soprattutto assolutamente illegali!) rispetto alla canapa.
A questa campagna di discriminazione nei confronti dei cannabinoidi e di chi ne fa abituale consumo purtroppo hanno contribuito molte personalità politiche di spicco. Questi ultimi, in nome di un pugno di voti in più da parte dei più conservatori, hanno contribuito a denigrare e demonizzare pubblicamente la cannabis pur sapendo poco o nulla sull’argomento.